Motivazione
Kinoatelje conferisce il Premio Darko Bratina 2023 al regista bulgaro Stefan Komandarev per la sua approfondita produzione di film documentari e lungometraggi, che negli ultimi tre decenni ha segnato il cinema non solo bulgaro ma anche quello europeo con la narrativa riconoscibile di un pensatore critico contemporaneo.
Nel suo ruolo di cronista delle condizioni socio-politiche della classe operaia, Komandarev non usa il cinema solamente come un mezzo per criticare le strutture di potere e protestare nell'interesse della riforma sociale, bensì riflette assiduamente, con il linguaggio cinematografico del realismo sociale, su un paese eternamente al bivio, pieno di contraddizioni e permeato dal suo passato doloroso. Costringe lo spettatore a mettere in discussione il significato dell'ideologia e della religione, della precarietà dei confini etnici e nazionali, degli squilibri sociali e della corruzione politica. Il regista intende la giustizia sociale come il punto cardine per la transizione verso una società in cui l'uguaglianza e la solidarietà sono valori fondamentali e la dignità dell’individuo è inalienabile.
Il filo rosso delle narrative nei film di Stephan Komandarev è rappresentato dal desiderio di uguaglianza e sicurezza economica – la stratificazione sociale in Bulgaria è enorme. Anche per questo lo spettatore si confronta costantemente con la disperazione di un individuo nella lotta per la propria sopravvivenza ..., o come afferma uno dei suoi protagonisti: “L'Europa” finisce qui, e non inizia mai.
– Patricija Maličev, selezionatrice del programma del festival Omaggio a una visione
“Con i miei amici scherzo dicendo che un dottore è sempre un dottore. In questo film, così come nel film precedente, il nostro paziente è, in qualche modo, la società bulgara – non solo la società bulgara, ma la società europea 30 anni dopo la caduta del muro di Berlino. E certamente, cerchiamo di trattare questa società con un po' di umorismo, un po' di drammaticità. Potrebbe essere una diagnosi, psicoterapia, un'autopsia, un'operazione. [Ride.] Non lo so. Lo dirà il pubblico. Ma almeno ci proviamo, perché penso che questo sia il dovere di ogni regista – non tanto intrattenere, ma porre domande. Presentare i problemi. E forse, da questo succederà qualcosa. Credo che il film possa cambiare le cose.”
- Stephan Komandarev, dall’intervista nella rivista Variety
Biografia
Stephan Komandarev è uno dei registi bulgari contemporanei più conosciuti e premiati a livello internazionale. Opera come regista, produttore e sceneggiatore. Nasce nel 1966 a Sofia, all’epoca capitale della Repubblica Popolare comunista di Bulgaria. All'inizio non opta per lo studio che lo avrebbe condotto al cinema, eppure la formazione universitaria che ha intrapreso è già allora dettata dal desiderio di osservare e comprendere attentamente, di diagnosticare gli impulsi interiori dell’uomo. Nel 1993 si laurea in medicina presso la Facoltà di Medicina di Sofia, dopodiché lavora per quattro anni come psichiatra presso la clinica pediatrica locale. Il suo profondo interesse per le diagnosi sociali e psicologiche conseguentemente muta, cambia direzione: iniziato lo studio di regia cinematografica e televisiva presso la Nuova Università Bulgara, dove consegue la seconda laurea nel 1998.
L'anno successivo fonda la sua casa di produzione, la Argo Film. I primi ad essere prodotti sono cortometraggi, spot pubblicitari e video musicali. Il suo lungometraggio d'esordio, Pensione per cani (Pansion za kučeta), presentato in anteprima nel 2001 al Festival internazionale del cinema di Berlino, è stato prodotto molto rapidamente. Seguono due documentari, Pane attraverso il recinto (Hljab nad ogradata, 2002) e Alfabeto della speranza (Azbuka na nadejdata, 2003), che esplorano i confini tra villaggi, paesi e religioni, e nelle loro fessure scoprono il significato della comunità e la visione di un possibile futuro sconfinato.
Nonostante i successi, il percorso verso il secondo lungometraggio è difficile, segnato da più inciampi e ostacoli che da porte aperte. Il titolo del film, certamente, non lo lascia intendere. Il secondo lungometraggio di Komandarev afferma con aria di sfida e ottimismo: Il mondo è grande e la salvezza si nasconde dietro l'angolo. La sceneggiatura viene tratta dal romanzo autobiografico dello scrittore bulgaro Ilija Trojanov, e il film viene girato in quattro paesi diversi, nonché in cinque lingue. Alla coproduzione internazionale partecipano anche il produttore sloveno Danijel Hočevar e la società di produzione Vertigo. Nel film, uno dei protagonisti viene interpretato dal leggendario attore serbo Miki Manojlović, che in seguito rimane uno degli attori di fiducia nei film di Komandarev. Il lungometraggio è stato candidato all'Oscar per il Miglior film in lingua straniera conferito dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, ed è il film bulgaro più distribuito, poiché è stato proiettato nelle sale cinematografiche di ben 93 paesi. Komandarev torna a dedicarsi alla forma documentaristica con La città delle badanti, un ritratto della Bulgaria nordoccidentale, dove si trova Varshets, la città senza donne. Mentre le donne guadagnano soldi come badanti di anziani e malati in Italia, gli uomini assumono tutti i lavori, anche quelli a loro altrimenti estranei in termini di ruoli di genere. Con il film Il giudizio (Sadilišteto, 2014), si è spostato sul confine bulgaro-turco-greco con una storia che racconta le migrazioni durante la guerra in Siria, rispecchiando la fuga dai paesi del blocco Orientale. A seguire è stata la realizzazione della “trilogia bulgara” che tratta la disuguaglianza sociale e i dilemmi morali che affliggono la Bulgaria, oltre che l'Europa. Nell'ambito della trilogia sono stati realizzati i lungometraggi Directions – Tutto in una notte a Sofia (Posoki, 2017) e Rounds (V krag, 2019), il primo dei quali è stato presentato in anteprima al Festival di Cannes, nel programma dei film in concorso della sezione Un Certain Regard. Come dice lui stesso, in questi film è interessato a “disegnare un quadro realistico della Bulgaria moderna.” Prima di concludere la trilogia, ha realizzato il documentario La vita dalla vita (Life from Life, 2021), che si concentra sulle difficoltose e lunghe liste d’attesa per i trapianti di organi in Bulgaria. Il suo ultimo dramma La lezione di Blaga (Urotsite na Blaga, 2023), che è la parte finale della sua “trilogia bulgara”, sarà presentato in anteprima mondiale al festival internazionale del cinema di Karlovy Vary. In questo film torna a dedicarsi alla realtà sociale moderna, questa volta attraverso gli occhi di un'insegnante in pensione che diventa vittima di una truffa telefonica il che la costringe a talvolta a lavorare nell’ambito delle truffe telefoniche. “La rappresentazione e la comprensione coscienziosa della realtà è il primo passo per cambiarla, l'unica condizione per un'azione attiva”, afferma il regista. Komandarev vive a Sofia, è docente presso il dipartimento di cinema della Nuova Università Bulgara, membro dell'Associazione dei registi bulgari, dell'Associazione dei produttori cinematografici bulgari e della European Film Academy.
FILM
TRILOGIA BULGARA
Le lezioni di Blaga
Bulgaria, 2023
La storia di Blaga è uno specchio dei molteplici aspetti della società, di cui fanno parte anche gli umiliati pensionati bulgari. Dopo aver lavorato tutta la vita, la loro esistenza è oggi diventata genocidio, agonia e miseria. Pensioni misere, nessun accesso ai privilegi di base del ventunesimo secolo come un alimentazione normale, medicine adeguate, cure mediche e il riscaldamento in casa. I pensionati sono anche le principali vittime delle truffe telefoniche. I sogni di una vita dignitosa sono stati soppiantati da tempo dalla lotta per una banale sopravvivenza quotidiana. Il film è incentrato sulla solitudine dei pensionati bulgari, che sono per lo più separati dai loro figli e nipoti. I loro discendenti sono lontani, in cerca di guadagno nella capitale o all’estero. Blaga, che indaga la dilagante crisi morale in cui si trova la società bulgara contemporanea, è il terzo film della trilogia bulgara dopo Direzioni e La ronda. Prima mondiale al festival internazionale del cinema di Karlovy Vary, dove ha ottenuto il premio principale. Film bulgaro candidato per l’Oscar al film straniero.
Directions
Bolgaria, Severna Macedonia del Nord, Germania, 2017, 103'
A Sofia, nell'odierna Bulgaria, durante un incontro con un banchiere, un piccolo imprenditore, che guida un taxi per arrivare alla fine del mese, scopre di dover pagare una tangente per mantenere la sua licenza. Vuole rimanere un uomo onesto, ma anche la commissione che valuta la sua denuncia di estorsione chiede la sua parte. Preso dalla disperazione, uccide il banchiere, per poi suicidarsi. Mentre il caso fa esplodere su tutte le radio un dibattito sullo stato di disperazione in cui versa la società civile, 5 tassisti, con i loro passeggeri, percorrono le strade notturne della città in cerca di nuove direzioni, nuovi modi per affrontare la vita.
La ronda
Bulgaria, Serbia, Francia, 2019, 106'
Un tragico, a tratti divertente e veritiero ritratto della società che va perdendo ogni senso. Sofia, 9 novembre 2019. È notte. Mentre il paese si sta preparando a celebrare il trentesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino, tre pattuglie di polizia girano per le strade di una città che dorme, mostrandoci in modo tragicomico una società ancora in cerca di un’identità dopo trent’anni di transizione. Assistiamo a scene di sopravvivenza e insuccesso, di vite salvate e perse, di generosità che si perde nella crudeltà e nel disinteresse. Il difficile compito di mantenere la dignità sembra l’unico modo per sopravvivere alla notte.
Alfabeto della speranza
Bulgaria, 2004
Una zona montuosa isolata, a due passi dal confine bulgaro-greco-turco. La maggior parte della popolazione che inabitava quelle zone fuggì in Turchia negli anni '80, quando le autorità bulgare tentarono di convertire i turchi in slavi. Ben pochi sono rimasti. Il film si concentra su diverse famiglie, cristiane e musulmane, e sui problemi che devono affrontare nell'educazione dei propri figli. Ogni mattina devono percorrere 140 chilometri per raggiungere l'unica scuola rimasta della zona, anche sotto forte pioggia e neve. Ma la scuola di San Cirillo, frequentata da bambini bulgari, turchi e rom, un autista di un furgone scolastico e un medico locale, ispirano la speranza che anche in mezzo a questo paesaggio desolato sia possibile vivere insieme.
Il mondo è grande e la soluzione è dietro l’angolo
Bulgaria, Slovenia, Germania 2008, 105'
Dopo un incidente stradale Alex non ricorda più nemmeno il proprio nome. Per fargli recuperare la memoria, il suo carismatico nonno Bai Dan (Miki Manojlović) lo porta dalla Germania in viaggio in Bulgaria, il suo Paese di provenienza. Nelle peripezie tra luoghi, tempo e mezzi di trasporto, nipote e nonno attraversano mezza Europa giocando a backgammon. L’antico gioco porta Alex a scoprire se stesso. Il destino è un dado nelle nostre mani e la vita è un gioco in bilico tra caso e abilità. Lo scenario è ispirato al romanzo autobiografico dello scrittore bulgaro Ilija Trojanov. Il film è stato girato in quattro paesi e cinque lingue, alla coproduzione internazionale ha collaborato anche il produttore sloveno Danijel Hočevar della casa produttrice Vertigo. Il film è stato candidato all'Oscar per la lingua straniera dall'American Academy of Motion Picture Arts and Sciences e ha battuto il record nazionale di uscite nelle sale, essendo stato distribuito in 93 paesi.
La città delle badanti
Bulgaria, 2009, 70'
Un ritratto della Bulgaria nordoccidentale, dove si trova Varshets, una città senza donne. Mentre le donne si guadagnano da vivere come badanti in Italia, gli uomini si occupano di tutti i lavori, anche quelli che tradizionalmente svolgevano le donne: badano ai bambini, cucinano, lavano e… aspettano il bonifico. La struttura sociale di Varshets sta cambiando – alcuni mutamenti sono drammatici, altri divertenti, e sono visibili ovunque: nei locali, nelle case, nell’orchestra di fiati locale… E alla stazione degli autobus, dove tornano una volta all’anno le donne in vacanza.
Il giudizio
Bulgaria, Germania, Croazia, Macedonia, 2014, 107'
Mitio ha perso tutto ciò che aveva di importante: la moglie, il lavoro e la speranza. Quando sta per perdere la fiducia dell’unico figlio Vasko, per disperazione accetta di fare il passeur per gli immigrati illegali dalla Siria attraverso un passo di montagna in Bulgaria. Non resta che un ultimo viaggio. Mentre Mitio è in balia del Monte del Giudizio e ha un disperato bisogno dell’aiuto del figlio, sempre più distante, scopre se il terribile peccato commesso 25 anni prima può essere perdonato.